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ESTHER PACITTI – “Ritorno alle Radici”

Esther Pacitti è nata a Rio de Janeiro in Brasile, dove agli inizi del 1900 il suo avo Augusto Pacitti (1874-1959) emigrò insieme ad altri tre suoi fratelli.

Suo padre Tercio Pacitti (1928- 2013), nacque in Brasile e divenne un personaggio molto importante  e stimato a livello nazionale. Fu un pioniere dell’informatica e delle attività aereonautiche e spaziali.

Da circa 20 anni Esther si è trasferita in Francia, dove oggi vive e lavora insegnando informatica presso la Lirmm, Universitè de Montpellier 2.

In un suo recente viaggio di vacanze in Italia ha sentito il richiamo del paese di origine dei suoi avi: Paliano , dove ha incontrato alcuni  parenti e ha rilasciato queste sue riflessioni frutto di uno scambio di idee con l’ing. Stefano Pacciani suo parente per via materna e carissimo amico di GLOCALitaly.

Intervista a cura di Stefano Pacciani


Questa intervista rilasciata alla fine del mese di Aprile 2016, dalla Prof.ssa Esther Pacitti, in visita al paese che diede i natali ai suoi avi, offre interessanti spunti di riflessioni che ci auguriamo possano ancora una volta contribuire alla crescita intellettuale e professionale dei nostri carissimi Amici.

Ciao Esther, benvenuta in Ciociaria, dopo tanto tempo e tanta lontananza quale rapporto umano/sentimentale c’è/resta con l’Italia?

Nonostante sia mio nonno che mio padre ed io siamo nati in Brasile, in qualche modo il legame con l’Italia e con il paese di origine resta e per questo ho voluto rivederlo venendo oggi qui a Paliano, da dove partirono i miei avi, facendo una  foto ricordo, che ho già inviato ai mie in Brasile, davanti alla casa di origine con i miei parenti italiani e mia figlia Anna.

Che tu sappia fino a quale generazione si è continuato a parlare italiano?

Già da mio nonno Antonio si parlava poco italiano, penso che gli ultimi a parlarlo in famiglia siano stati proprio i fratelli emigrati, che dovettero imparare presto il portoghese.

In che modo e con quale intensità riesci a seguire le vicende italiane?

Le seguo ma non assiduamente, leggendo le notizie più importanti che vengono riportate sui giornali e riferite dalla televisione francese.

Per te, ‘migrante’ figlia di Emigrati, quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi dell’Italia di oggi?

Mi piacciono sicuramente le sue città d’arte, il mare, il clima, la cucina ed anche gli italiani. Un poco meno la vostra attuale situazione economica, i problemi di corruzione e criminalità di cui si sente spesso parlare all’estero. Mi piace il ruolo che l’Italia ha all’interno dell’Unione Europea e la sua attuale politica estera. Non mi piace lo spirito antieuropeo di certe minoranze, che hanno una visione troppo ristretta sul proprio territorio, e considerano l’immigrante come una minaccia.

Ci verresti a vivere e lavorare?

In passato ci ho anche pensato, ma ora la mia vita è in Francia dove vivo con la mia famiglia (mio marito francese e mia figlia) e dove lavoro con soddisfazione. Non credo che oggi l’Italia possa offrire grosse opportunità, ma penso che le cose possano in futuro migliorare; magari anche per mia figlia che ha 17 anni.

Sulla base della tua esperienza ed informazioni, che consiglio ti senti di dare ai giovani italiani che hanno grosse difficoltà a trovare lavoro?

E’ sempre difficile dare consigli, ognuno di noi vive la propria vita ed i consigli che possiamo dare sono inevitabilmente molto parziali e strettamente legati alla esperienza personale.

Quello che posso fare è raccontare appunto la mia esperienza, che magari potrà ispirare qualcuno. Dopo gli studi in Brasile ho sentito il bisogno di cercare lavoro anche all’estero, senza farmi condizionare dal mio paese, forse emulando lo spirito dei miei avi, anche se in condizioni economiche assolutamente differenti.

Ho cercato naturalmente negli Stati Uniti ed in Europa, ed anche in Italia ed è arrivata l’opportunità dalla Francia, dove dopo un periodo di tirocinio ho ottenuto una cattedra all’università di Montpellier, attività che mi soddisfa molto. Qui ho sposato mio marito ed è nata mia figlia.

Il mio consiglio quindi è quello di allargare il più possibile il proprio orizzonte, sentirsi cittadini del mondo, e cercare a tutto campo quelle opportunità, da cogliere al volo senza esitare, che possono indirizzare e cambiare la propria vita. L’importante è avere un obiettivo e, riguardo in particolare alla vita lavorativa, non lasciare che sia il destino a decidere, cercare di fare al meglio ciò che si è deciso di fare e amare ciò che si fa. Se non si è soddisfatti continuare ancora a cercare senza arrendersi mai. Occorre trovare un lavoro che sia in grado di motivarci, trovare un equilibrio tra l’inseguire le nostre aspirazioni e il trarre vantaggio dalle opportunità cercate o anche inaspettate che possono presentarsi. Naturalmente è molto importante parlare più di una lingua (io parlo Francese, Inglese oltre che il Portoghese) per essere più agevolati, prepararsi al meglio culturalmente e mettere il massimo dell’impegno per cercare di realizzare ciò che si ha in mente, il proprio progetto di vita, senza farsi condizionare troppo dal proprio luogo di origine.

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