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New space economy

Prof. Roberto Battiston

Volentieri pubblichiamo  una serie di articoli di “INTERNOS” (Giornale scolastico di informazione e cultura dell’I.I.S. di Via delle Scienze di Colleferro) da alcuni studenti, in occasione dell’Iniziativa “FertilizzAzione delle Opportunità” organizzata da GLOCALitaly e conclusasi con la manifestazione finale del 28 febbraio 2020.

L’undici Dicembre 2019, alcuni tra noi alunni del liceo Marconi e dell’ Itis Cannizzaro abbiamo partecipato al primo allestimento a Roma della fiera dell’expo-NSE, New Space Economy, dove abbiamo imparato tante cose dietro la semplice realizzazione di una fantasia.
Macchine intelligenti in grado di imparare, di auto riparar-si, di insegnare e prendere decisioni, da mandare in ambienti lontani. Ma sapevate che la tecnologia per produrre i guanti da sci proviene dallo studio dello Spazio, così come le visiere, o la tecnologia del microonde?
È lo Spazio a regalarci tante cose diverse, il suo studio, che ci ha permesso in modo particolare il nostro sviluppo.

             Personalmente, non me lo sarei mai aspettato. In generale, credevo si dovesse trattare di lanci nello Spazio, ma trovarmi di fronte alla tecnologia applicata e da applicare, mi ha davvero stupito.

             Studiamo lo Spazio non solo per curiosità, ma anche per evoluzione. Tutto affinché le sue tecnologie possano essere riportate sulla Terra, nella vita di tutti i giorni. Che ci crediate o no, questo mi ha davvero affascinato. Tanto quanto la scoperta effettiva dell’avanzamento tecnologico che stiamo apportando.
Lo sviluppo di macchine che possano stabilire basi di studio su pianeti come Marte, imparando a muoversi sul terreno e scegliendo un percorso, potendo ripararsi dai danni inflitti dagli ambienti, e imparando a insegnare ad altre macchine come loro. Stupefacente, ciò che fino a pochi anni fa sembrava un miraggio, una cosa troppo lontana, si rivela più vicina di quanto mai potessimo immaginare.
In questo caso trattiamo proprio di fertilizzazione delle opportunità. Sfruttiamo ciò che è prossimo al nostro futuro per evolverci, come è giusto che sia.
Un uomo, su un pianeta semisconosciuto, avrà di sicuro più problemi a creare un habitat, una base favorevole agli sudi dello stesso pianeta, ad esplorarlo e ad analizzarlo. Allora si ricorre appunto alle macchine. Sembra fantascienza ora, ma sarà realtà domani.

               L’evento è stato inoltre trattato in modo davvero impeccabile: diversi stand dove le varie agenzie, tra le quali trovia-mo l’ASI, Agenzia Spaziale Italiana, o l’INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica, ma anche piccole-medie come Altecspacegate, esponevano i loro punti di forza nei vari campi di logistica e supporto; e presenti erano anche diverse esposizioni in alcuni padiglioni, dove si trattava prettamente della tecnologia da applicare nel futuro del cosmo, affinché si trovassero degli investitori pronti a scommettere su questo.
Prof. Roberto Battiston               Ma interessante e molto importante è specialmente l’intervista al professor Battiston, ex Presidente dell’ASI dal 2014 al 2018, nella quale ha spiegato più precisamente la New Space Economy e il ruolo dell’Italia al suo interno, affermando infatti che l’Italia partecipa da cinque anni in questo campo con “un lavoro preparatorio molto solido, nell’ambito di una dinamica competitiva che vede l’Europa investire in questo settore”.
Inoltre, il Prof. Battiston ci ha offerto anche un esempio concreto di come viene utilizzata questa tecnologia, ad esempio nel settore agricolo attraverso strumenti di precisione “che permettono di calcolare, quadrato per quadrato, la superficie dei campi da irrigare o fertilizzare basandosi sulle informazioni integrate del satellite, riducendo il consumo di acqua”, fatto che rappresenta un miglioramento non indifferente dell’efficienza, che è ciò che poi fa la differenza.

                   Dopo tutte queste “rivelazioni”, mi sento di consigliare calorosamente a tutti quanti gli interessati di prendere parte alla prossima fiera dell’expo dell’NSE che si terrà a Dicembre del 2020, perché non c’è niente di più bello e interessante che non quello di scoprire il limite verso il quale possiamo spingerci, studiando ciò che è infinito e che rappresenta la chiave per il nostro futuro, per la nostra evoluzione e per la nostra conservazione.
Dallo Spazio derivano le nostre attuali tecnologie, e, per la curiosità che alimenta, i dubbi che semina, e le scoperte che ci stu-piscono, a lui dobbiamo un grande grazie.

(di Luciano Fiorentino III T)
Docente responsabile del progetto Prof. Luigi Moratti – con la collaborazione di Romina Martella

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