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La LIBERTA’ è PARTECIPAZIONE!

Dai piccoli borghi alle città, passando per i quartieri ed i comuni italiani, si leva un grande rumore di fondo che ‘BAR Facebook’ amplifica nelle sue componenti più individualistiche, qualunqistiche e catastrofiche.
La politica ha allontanato almeno il 40% degli elettori, l’associazionismo perde colpi su tutta la linea [vedi articolo]
La partecipazione quando c’è, è ‘elettronica’/virtuale, e quindi naturalmente priva di ascolto, di comunicazione, senza incontro fisico, umano.
L’attività che un tempo si svolgeva nelle parrocchie, nei partiti, nei gruppi sociali di base è stata sostituita dalle “certezze individuali non negoziabili” difese a suon di slogan e “frasi fatte”.
L’interesse personale ha pervaso di sè il tessuto sociale ed anche le sconquassate istituzioni : Scuola, Servizi sociali, Amministrazioni etc…
Tutti corrono dietro un falso ‘efficientismo’, fatto di ‘Obiettivi’ e ‘Risultati’ senza chiedersi se dentro ci siano o meno i CONTENUTI. Certo pretendere anche questo….
A tutto ciò non si sottraggono certo i giovani di cui recentemente una loro coetanea ha tracciato questo interessante profilo:
– la scuola prepara, a seconda dei casi, giovani individualisti o ‘automi’ vaganti
– tuttavia, in entrambi i casi, sono delle persone ‘ISOLATE’
– non hanno neanche la capacità di sognare [1];
– hanno la boria di sentirsi e credersi protagonisti (ma non sanno nè da DOVE nè COME cominciare)
– non sanno neanche lontanamente cosa significhi Avere/Prendersi una RESPONSABILITA’
Potrebbe sembrare un giudizio pesante e di parte, ma non viene dal mondo esterno (degli anziani) , viene da coetanei che quotidiamente cercano di creare spunti iniziative e motivi di coinvolgimento [2].

Certo questo è un risultato (come quelli di cui sopra), di cui i principali operatori sono le istituzioni pubbliche o familiari. Gli artefici, lamentandosi dell’intero universo che li circonda e che è mal gestito, sono, al contrario, molto soddisfatti dei risultati conseguiti, cioè di aver ‘portato a termine’ la loro missione:
— >> aver fatto laureare, ovvero acquisire un ‘titolo di studio’ (Quando, Comein Cosa e Dove, non importa),
— >> aver dato un (posto di ) lavoro (per fare Cosa e Come, è problema di altri)
Purtroppo avendo perduto (o non avendone mai avuto) la capacità di guardare la società come un insieme complesso ed interconnesso di soggetti singoli o associati (dove l’Output di A può essere l’Input di B e C, che a loro volta influenzeranno A ed N….), non ne percepiscono neanche le problematiche generate da questi ‘obiettivi raggiunti’, pur sapendo tutto di “economia circolare” (!)
E si potrebbe continuare all’infinito.
Ma allora? Siamo spacciati. Non possiamo fare più nulla prima della disgregazione (fisica e psichica) finale?
Per migliorare la situazione, il mugugno, e la protesta non sono né la strada né la soluzione.

Probabilmente, e sottolineo probabilmente, i suggerimenti espressi musicalmente da Gaber potrebbero essere un medicinale adatto (anche se sono già 45 anni che sono stati così chiaramente espressi… e che riportiamo con una piccola parafrasi ):
La libertà non è star sopra un albero,non è neanche il volo di un moscone,
e nemmeno avere un’opinione, un gesto o un’invenzione,la libertà non è uno spazio libero,libertà è partecipazione.
… materiale e non solo virtuale, alla costruzione di una Società inclusiva [3]!
[1] In questo ambito potremmo aggiungere l’approccio al rapporto di coppia ed al sesso, completamente reificati.
[2] Se invece di ascoltare cattedratici e paludati giornalisti, si parlasse con le migliaia di piccole realtà associative giovanili, oltre a queste, emergerebbero anche altre importantissime problematiche che, solo per motivi commerciali (i Media debbono vendere), non se ne parla
[3] Per il significato del termine è necessario riferirsi al testo: ‘Perché le nazioni falliscono’ – di Daron Acemoglu e James A. Robinson

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