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“no-profit e mondo del lavoro”

I termini: No-profit, Volontariato, Associazionismo comunemente richiamano immediatamente la valenza sociale che esplicano queste organizzazioni.
L’incontro da noi organizzato, dà per acquisito questo aspetto e vuole concentrarsi su un aspetto, che a nostro avviso, oggi ha una valenza ed un’importanza equivalente: il ruolo che la partecipazione attiva in queste organizzazioni può giocare per le future attività lavorative.
Per chiarire meglio il nostro pensiero facciamo ricorso a due ‘fonti esterne’.
La prima è il progetto internazionale LEVER, guidato dal politecnico di Milano nell’ambito del quale, tra l’altro leggiamo:

“Attraverso il volontariato impariamo cose nuove, sperimentiamo, sviluppiamo capacità e competenze che possono essere spese in altri contesti, così come nel mondo del lavoro.”
Ed ancora:“…Se riconosciuta (l’esperienza del volontariato n.d.r.) e resa esplicita, può facilitare la mobilità all’interno del contesto lavorativo, a livello locale e internazionale, per chi è già impiegato e per chi ancora studia.”

L’ viene da molto più lontano: dall’AUSTRALIA. Lo prendiamo dal discorso rivolto, da una delegazione di ragazzi della scuola elementare, a loro coetanei nell’ambito delle elezioni per il Sindaco Junior nella città di Kingston (Melbourne).
Qui, il delegato dopo aver fatto una riflessione sull’impatto sociale che l’assenza di volontariato comporterebbe, pone due domande:
Perché dovremmo fare volontariato?Perchè dovremmo impegnarci in un’esperienza che non ha nessun valore economico, impegna tanto tempo e può essere un lavoro difficile e stancante?
E motiva la risposta ancora in termini sociali:“…dovremmo fare volontariato per supportare il benessere generale della nostra comunità e per prenderci cura di qualcosa di più che solo di noi stessi.”
Spiegando subito dopo:
“Il volontariato ci fa prendere familiarità con…la Responsabilità. Quando saremo più grandi e avremo un lavoro, avremo competenze e una conoscenza più ampia grazie a quello che abbiamo imparato attraverso le nostre esperienze di volontariato.”
Quindi illustrando altri aspetti umani aggiunge:
“E che ne dite delle Esperienze di Vita? È chiaro che molte esperienze di vita che non vengono prodotte dalla ricchezza economica, vengono acquisite facendo volontariato. È un beneficio perchè abbiamo la possibilità di provare com’è fare cose nuove e diverse. Lavorando con persone reali e aiutando a risolvere problemi reali.”

Come illustrato dai passi riportati, l’incontro del 26 maggio nello Spazio Attivo del BIC Lazio di Colleferro vuole essere una riflessione allargata su un aspetto, forse ‘minore’, ma comunque molto importante, che il volontariato racchiude in sé: la preparazione al mondo ed alle dinamiche lavorative.
Ci auguriamo che questa ‘presa di coscienza’ anche se in tempi molto più ampi di quanto non si faccia nel mondo anglosassone, produca anche da noi effetti positivi.
Speriamo quindi che dopo l’incontro del 26 sia possibile approfondire il discorso con i giovani ed intraprendere un percorso che consenta di rompere schemi, preconcetti, luoghi comuni e formalismi che contribuiscono a rendere sempre più difficile l’accesso al mondo del lavoro.
Ci auguriamo che l’incontro sia un importante momento di confronto ed ascolto reciproco per lo sviluppo di nuove ed interessanti collaborazioni utili ai giovani ed al territorio stesso.

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